elmetti di protezione
elmetti di protezione

Gli elmetti di protezione per il settore edilizia e non solo

Gli elmetti di protezione devono essere considerati come una indispensabile protezione che tutti coloro che lavorano, soggiornano o semplicemente passano in una zona dove è possibile che la caduta di oggetti o lo spostamento di materiale e macchinari, potrebbero far correre seri rischi di infortunio.

L’elmetto protettivo, realizzato in materiale plastico antiurto, diviene un elemento obbligatorio nei casi previsti dalle normative vigenti ma il suo utilizzo deve essere fatto nella consapevolezza che questo oggetto potrebbe salvare la propria incolumità. Molte sono le funzioni che gli elmetti di protezione possono ricoprire a partire da quella primaria, ossia proteggere da infortuni, come il differenziare il personale attraverso il colore  del casco(esempio: giallo per i visitatori, rosso per gli operai, blu per i responsabili ect), servire da supporto per una luce alogena portatile, proteggere dai raggi del sole ecc.

L’allegato VIII del D.Lgs 81/2008 illustra –seppur in modo superficiale-  un elenco di quelli che sono considerati Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) a proposito della protezione della testa e indica che “ i lavoratori esposti a specifici pericoli di offesa al capo per caduta di materiali dall’alto o per contatti con elementi comunque pericolosi devono essere provvisti di  copricapo appropriato. Parimenti devono essere provvisti di adatti copricapo i lavoratori che devono permanere, senza altra protezione, sotto l’azione prolungata dei raggi del sole”.

Ad esempio, uno dei settori che impone l’obbligo degli elmetti protettivi è quello edile, dove esistono rischi connessi alle specificità del lavoro.
Non è raro vedere all’opera dei muratori che si trovano all’esterno di edifici, intenti nella realizzazione di un cappotto termico occorrente a ridurre al massimo  i costi del consumo energetico grazie ad un risparmio di energie che si guadagna perché si ha una minor dispersione termica.

Se realizzare un cappotto termico risulta una operazione complicata e, soprattutto costosa (anche se negli anni, i capitali spesi saranno ammortizzati dal risparmio originato da un minor consumo energetico), si può optare per l’alternativa che vede nell'insufflaggio muri il modo per risolvere il problema in modo radicale ma con minor costo e maggior rapidità.
La tecnica prevede l’inserimento di materiali isolanti all’interno della intercapedine che si trova tra la parete interna e quella esterna dell’abitazione e che permette un ottimale isolamento tra la temperatura interna e quella esterna. Diminuendo il gap prodotto dalla differenze di questi due valori, si diminuisce di conseguenza, anche la necessità di consumare maggiori risorse energetiche (in inverno i caloriferi e in estate l’aria condizionata) per avere un ambiente interno che presenti una temperatura ideale.

L’operazione, che deve essere condotta da chi ha dimestichezza con questa tecnica, prevede l’inserimento di materiali isolanti come ad esempio la cellulosa, capace di sigillare ogni fessura creando una barriera insormontabile anche per la temperatura esterna che non deve oltrepassare quella presente all’interno.


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